C’è un profumo che, a Ferrara, annuncia l’arrivo dell’inverno e delle feste. Un aroma intenso e avvolgente, fatto di spezie, frutta secca e cioccolato fondente. È il profumo del Pampepato – o Pampapato, come veniva chiamato in origine – il dolce che racchiude in sé la storia di una città e l’eleganza di una tradizione secolare.
Un nome che profuma di storia
Le origini del Pampapato risalgono al XVII secolo, in pieno periodo estense, quando le monache dei conventi ferraresi (Sant’Antonio in Polesine per la precisione), custodi di una cultura gastronomica sorprendentemente raffinata, iniziarono a preparare questo dolce in occasione del Natale. Era un regalo prezioso, destinato ai personaggi illustri della Chiesa, tanto da meritare l’appellativo di “pane del papa”. Da qui il nome Panpapato, diventato poi Pampapato nel parlato popolare, per via delle spezie (“pepe”) che ne arricchiscono l’impasto.
Questo dolce ha attraversato i secoli senza perdere il suo carattere, tanto da ottenere oggi la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta), simbolo della sua unicità e del legame profondo con il territorio ferrarese.
Un dolce che racconta l’inverno
Il Pampapato è un dolce ricco, denso, elegante, pensato per celebrare. I suoi ingredienti sono un tributo alla cucina monastica rinascimentale, dove ogni elemento aveva una funzione precisa: le mandorle e le noci per la forza, la frutta candita per la dolcezza, le spezie per il calore, il cacao – introdotto poco dopo la scoperta delle Americhe – per donare profondità e mistero.
E infine il cioccolato fondente, che lo avvolge in una glassa lucida e profumata: una sorta di manto protettivo, sotto il quale si cela un cuore morbido, ricco di sfumature aromatiche.
Gustalo, magari con un bicchiere di vino passito, Marsala o un buon liquore alle erbe e ne apprezzerai le note di gusto forti e decise.